GENETICA GENERALE - GLOSSARIO
L'EREDITARIETA' è
quella tendenza che gli organismi viventi hanno a possedere
caratteristiche
("caratteri") simili a quelle dei loro genitori.
La GENETICA è la
scienza
che studia le leggi dell'ereditarietà.
Il FENOTIPO è
l'insieme
dei caratteri osservabili di un individuo, e deriva dalla interazione
tra
GENOTIPO
(la costituzione genetica dell'individuo, ossia il suo patrimonio
ereditario)
e l'AMBIENTE.
Non è sempre facile
distinguere
quanta parte di un carattere è dovuta all'ambiente e quanta alla
componente genetica.
Non bisogna confondere i termini:
carattere FAMILIARE (il carattere è presente in
individui
della stessa famiglia), carattere CONGENITO (il carattere
è
presente alla nascita), carattere GENETICO (il carattere
è
dovuto ai geni, anche se l'individuo non è in grado di
trasmetterlo
ai figli) e carattere EREDITARIO (il carattere si trasmette -
con
modalità variabili - lungo le generazioni).
Un carattere può possedere
tutte queste caratteristiche, o solo alcune, quindi questa valutazione
va fatta caso per caso.
Alcune malattie (circa l'1% delle
malattie umane) si trasmettono come caratteri ereditari, seguendo le
stesse
leggi che valgono per la trasmissione dei caratteri normali. La parte
della
Genetica che si occupa più specificamente delle malattie umane
che
presentino una componente ereditaria (esclusiva o prevalente) è
la Genetica Medica.
Il DNA è la molecola che contiene le informazioni ereditarie, sotto forma di una particolare sequenza di 4 tipi di base azotate (A, T, G, C).
Il GENE è
l'unità
responsabile delle caratteristiche ereditarie, e corrisponde a una
determinata
regione di una molecola di DNA (o cromosoma) che può essere
trascritta.
La specifica sequenza di basi
azotate
di un gene detta l'ordine di montaggio degli amminoacidi della proteina
"prodotta" da quel gene.
Per ogni proteina cellulare deve
quindi esistere un gene corrispondente.
Quando un gene che codifica
per una proteina è attivo, la sequenza di basi azotate
del
DNA del gene viene trascritta in RNA messaggero (mRNA),
e
la sequenza di basi dell'mRNA viene quindi tradotta dai
ribosomi
citoplasmatici nella sequenza di amminoacidi della proteina che
rappresenta il "prodotto" di quel gene.
Le cellule di un organismo hanno
gli stessi geni, ma ogni particolare tipo di cellula si "specializza"
selezionando
quali geni attivare a seconda delle funzioni che deve svolgere e questo
rende le cellule differenti tra loro (ad esempio il gene per produrre
insulina è attivato - cioè trascritto e tradotto - nel
pancreas ma
non nei neuroni cerebrali).
Il
CROMOSOMA è una delle molecole di DNA di un organismo. La
posizione di un
gene sul cromosoma si chiama LOCUS.
Il cromosoma
può presentarsi in uno stato più o meno compatto. Solo
durante
la mitosi il cromosoma si presenta formato da due filamenti compatti, i
cromatidi,
uniti a livello di una regione detta centromero. I due
cromatidi
sono due molecole di DNA uguali derivate dalla replicazione del DNA che
precede la mitosi.
Il GENOMA è il
complesso
dell'informazione genetica di una cellula, e coincide quindi con la
somma
delle molecole di DNA (nucleare e mitocondriale) di una cellula.
Ogni cellula di un organismo
contiene,
in linea generale, l'intero genoma dell'organismo stesso; di
conseguenza
si può anche dire che il genoma rappresenta il complesso
dell'informazione
genetica, ossia il patrimonio ereditario, dell'organismo a cui
appartiene.
Esempio dell'enciclopedia: il "testo" costituito dalle istruzioni genetiche si può paragonare a una enciclopedia di 46 volumi rilegati: ogni volume è un cromosoma; in ogni volume ci sono molti capitoli: un particolare capitolo che spiega come fabbricare una certa proteina è il gene per quella proteina; si noti che ogni volume contiene molti capitoli; la sequenza di lettere stampate con cui sono scritti i capitoli equivale alla sequenza delle coppie di basi lungo la doppia elica del DNA.
Gli organismi DIPLOIDI
hanno
due serie di cromosomi simili tra loro: una serie viene ereditata dal
padre
e una dalla madre.
I cromosomi simili tra loro si
dicono
OMOLOGHI.
I cromosomi omologhi contengono gli stessi geni, quindi ogni gene
localizzato
in un cromosoma che possiede un omologo è presente in due copie,
una "versione" di origine paterna e una "versione" di origine materna.
L'ALLELE è una forma
alternativa di un gene. Un allele di un gene è quindi una
particolare
"versione" della sequenza di un gene che sia distinguibile da quella di
un altro allele, e questo è possibile se la sequenza è
diversa
per almeno una coppia di basi.
Ogni individuo, quindi, possiede
per definizione nel suo corredo genetico, per ciascun gene presente in
due copie - una di origine paterna e una di origine materna -, o due
alleli
diversi, o due alleli perfettamente identici (possiamo allora dire che
ha due copie dello stesso allele).
Un organismo diploide che a livello
di un certo locus presenta due alleli identici tra loro si dice
OMOZIGOTE
(per quel locus).
Un organismo diploide che a livello
di un certo locus presenta due alleli diversi tra loro si dice ETEROZIGOTE
(per quel locus).
Il CARIOTIPO di una
cellula è il suo corredo, o assetto, cromosomico.
E' tipico
di ogni specie.
Nell'uomo comprende 46 cromosomi
nucleari, 44 dei quali sono uguali a due a due (autosomi),
mentre i restanti 2 sono detti "X"
e "Y" e possono essere presenti in coppia (XX) o no (XY) a seconda del
sesso dell'individuo (cromosomi sessuali o eterocromosomi).
Il numero
e la struttura generale dei cromosomi si determinano con l'analisi del
cariotipo, a partire dai linfociti isolati da un piccolo
prelievo
di sangue.
I cromosomi
vengono identificati distinguendoli tra loro per la diversa dimensione
(dai più grandi ai più piccoli, perché sono
molecole
di DNA di diversa lunghezza), per la diversa forma (cromosoma metacentrico,
submetacentrico
o acrocentrico) e infine per la caratteristica colorazione "a
strisce"
assunta da ciascuna coppia di cromosomi in seguito a trattamento con
coloranti
("bandeggio").
L'informazione genetica va
incontro
a cambiamenti:
La mutazione è un
cambiamento del patrimonio genetico.
Le mutazioni si classificano in
base alla loro causa, al tipo di cellule colpite, agli effetti sulla
riproduzione
dell'individuo e alla entità dell'estensione) della mutazione.
Le
MUTAZIONI
GENICHE sono cambiamenti fini (anche di una sola coppia di basi)
della
struttura di un gene.
Le
MUTAZIONI
CROMOSOMICHE sono cambiamenti della struttura di un cromosoma
(coinvolgono
quindi molti geni).
Le
MUTAZIONI
GENOMICHE sono cambiamenti del numero di cromosomi.
La
gravità
degli effetti di una mutazione non è necessariamente
proporzionale
alla sua estensione.
Le LEGGI DI MENDEL
permettono
di prevedere statisticamente la percentuale di
probabilità che un individuo
presenti un determinato carattere se la
manifestazione
di tale carattere è determinata da un solo gene (CARATTERE
MONOFATTORIALE O MENDELIANO) e se sono noti i genotipi dei genitori.
Non si possono applicare
a caratteri determinati da più geni che interagiscono tra loro,
con una variabile influenza di fattori ambientali (CARATTERI
MULTIFATTORIALI).
Le modalità di trasmissione dei più tipici caratteri ereditari monofattoriali umani sono:
EREDITA'
AUTOSOMICA DOMINANTE: è una modalità di
trasmissione
ereditaria di un carattere il cui allele determinante è
localizzato
su un autosoma ed è sufficiente a determinare la
manifestazione
del carattere anche se presente in una sola copia (ossia in
eterozigosi).
Esempi:
"mascella
asburgica", nanismo acondroplasico.
EREDITA'
AUTOSOMICA RECESSIVA: è una modalità di
trasmissione
ereditaria di un carattere il cui allele determinante è
localizzato
su un autosoma e determina la manifestazione del carattere solo
se presente in due copie (ossia in omozigosi).
Esempi: colore
rosso dei capelli, albinismo, fibrosi cistica.
EREDITA'
LEGATA AL SESSO: è il tipo di trasmissione ereditaria
dei caratteri il cui allele determinante è localizzato sui cromosomi
del sesso.
Il tipo di eredità legata
al sesso più importante nell'uomo è la EREDITA'
LEGATA AL CROMOSOMA X RECESSIVA: se il carattere è recessivo
e il gene responsabile è localizzato sul cromosoma X, il
carattere si manifesta in modo differente nei due sessi: nel maschio,
è sufficiente che l'allele responsabile del carattere sia
presente
in una sola copia; nella femmina, è necessario che
l'allele
responsabile sia presente in due copie, una su ciascun cromosoma X.
Esempi:
emofilia A, distrofia muscolare.